Angella Marco
PREMIO V FESTIVAL DELLA POESIA 2009 – DEI POETI GRECI (Argonautes - Idrogios) E ITALIANI
Tema: La poesia fonte di pace in un mondo multinazionale e solidale
Marco Angella è nato a Pontremoli (MS). Si è laureato in Lettere con 110 e lode nel 1994 presso l’Università degli Studi di Parma e dal 1998 è iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti. Esercita la professione di insegnante di sostegno nella scuola primaria.
Si è classificato 1° al Premio Sigillo dei Poeti 2008 Città di Genova nella sezione L’emozione del ricordo, 2° al Premio nazionale di scrittura essenziale Brevis 2006 di Barbariga (BS) nella sezione endecasillabo e 11° al Premio Letterario Fonòpoli – Parole in movimento 2003 di Roma nella sezione poesia. E’ stato finalista in diversi concorsi letterari di poesia e di narrativa per autori emergenti.
Suoi versi mannari sono stati pubblicati in antologie di supporto didattico per le scuole (Al centro delle parole, Book Editore 2006 e Un orizzonte di voci, Book Editore 2007), in raccolte curate da diverse case editrici e nei quaderni di poesia Il Calamaio degli anni 2006 e 2007 (Book Editore). Ha appena pubblicato un libro dal titolo “Racconti Lunigianesi” con il contributo del Club degli Autori per essere giunto finalista nel concorso letterario “J. Prévert 2008”.
KURDISTAN
Col volto già segnato dal dolore,
immersi in situazioni da paura,
cercavano la pace con il cuore
sapendo che la vita è tanto dura.
Tenevano alle loro tradizioni,
parlavano dialetti credo rari.
venivano da ben cinque nazioni
ma avevano obiettivi molto chiari
Da sempre calpestati e sottomessi
chiedevano giustizia con ragione
Persino per i loro padri oppressi
lottavano con determinazione
Raggiunsero la nostra terra stanchi
venendo qui con mezzi di fortuna
Sfiancati si sedevano nei banchi
pensando all’architetto in Laguna
Con Rambo c’eran tanti partigiani,
seguivano poi sarti e diplomati,
fornai, laureati ed artigiani
di gran pazienza tutti ben armati
Giravano col velo belle donne
mentre del saz s’udiva il dolce suono
e cigolar la carrucola insonne
dei panni là rivolti al sole buono
“Kurdistan, Kurdistan!” il motto loro
urlato tra divieti e fra censure
con il coraggio di chi sta nel coro
e vuol far crescere le sue creature
|
Kurdistan (Κουρδιστάν)
Με το πρόσωπο ήδη σημαδεμένο απ’ τον πόνο
βυθισμένοι σε φοβισμένες καταστάσεις,
έψαχναν την ειρήνη με την καρδιά
γνωρίζοντας ότι η ζωή είναι πολύ σκληρή.
Κρατούσαν τα εθιμά τους,
μιλούσαν διαλέκτους νομίζω σπάνιους.
Έρχονταν από πέντε κράτη
αλλά είχανε σκοπούς πολύ ξεκάθαρους.
Από πάντα καταπατημένοι και υποδουλωμένοι
ζητούσαν δικαιοσύνη με λογική.
Επίσης για τους πατεράδες τους καταπιεζόμενους
παλεύανε με αποφασιστικότητα.
Έφθασαν στη γη μας κουρασμένοι
ερχόμενοι εδώ με τυχαία μέσα
κουρασμένοι καθόταν στα θρανία
σκεπτόμενοι τον αρχιτέκτονα στη λιμνοθάλασσα.
Με τον Ράμπο ήταν πολλοί αντάρτες,
ακολουθούσαν ράπτες και διπλωμάτες,
φουρνάρηδες, πτυχιούχοι και τεχνίτες
με μεγάλη υπομονή, όλοι καλά αρματωμένοι.
Περιέφεραν με πέπλο ωραίες γυναίκες
ενώ του saz ακουγόταν ο γλυκός ήχος
και να τρίζει η ασταμάτητη τροχαλία
από τα ρούχα εκεί γυρισμένα στον ήλιο.
Κουρδιστάν, Κουρδιστάν!! το ρητό τους
φώναζαν ανάμεσα σε απαγορεύσεις και λογοκρισίες
με το κουράγιο σαν κάποιον που είναι στη χορωδία
και θέλει να μεγαλώσει τις δημιουργίες του. |