Di Bartolomeo Luca
Luca Di Bartolomeo è nato ad Agropoli (SA). Abita a Capaccio Scalo (SA). Frequenta il Liceo Classico “Alfonso Gatto”, Agropoli. Dall’aprile 2008 partecipa a diversi concorsi letterari, raggiungendo i seguenti risultati:
• 1° classificato al Concorso Internazionale di Poesia “Città di Campi Bisenzio”;
• 1° classificato al Concorso Internazionale Artistico-Letterario “Liberarte – Mattinata in arte”;
• 1° classificato al Concorso Internazionale di Poesia “Mons Aureus - Città di Montelepre”;
• 1° classificato al Concorso di Poesia “Quantarte è anche parola”;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di Poesia “Verba agrestia”;
• 1° classificato al Concorso Internazionale di Poesia e Narrativa “Città di Caivano – Le parole per te”- sez. adulti;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di Poesia “Laurentum”, Roma;
• 1° classificato al X Concorso “San Mauro”, Buscate;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di poesia e narrativa “Carla Boero”;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di poesia e narrativa “Pensierinversi”;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di poesia “La campagna Toscana”;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di poesia “A.G.O.”;
• 1° classificato al Concorso Nazionale di poesia “Città di Ceggia”.
Gente di periferia
Si sciolgono gomitoli di luce,
come taciti indizi del momento,
nel giro di un compasso di cemento
che la città alle sue sponde si cuce.
L’alba sembra far chioma al passo lento
che segue, con il decoro di un duce,
la progettata frana del cemento.
Frana il vento sulle pieghe scoperte
dei visi, sulle rughe lì lasciate
a diventare cicatrici. Rate
d’una pena son le ore loro inferte.
Ma gli occhi srotolano le giornate
ingannando la coscienza, già inerte,
col baratto di favole avariate.
Poi al suon della campana che germoglia,
visi, prigioni senza lucernai,
sfiniscono le vie al loro viavai,
sì con l’ansia febbrile della foglia.
Tutti in chiesa raccolti sono ormai
a soddisfare la crudele voglia
di ringraziare Dio dei loro guai.
|
Scirocco
Si schianta
contro l’abitudine dell’inverno
questo alito di drago;
il solco della strada
lo accoglie intimorito,
mentre si incanala nel suo ventre
con la ferocia di un amante.
Corteggia l’aria, l’aggredisce
senza lo scrupolo del prete,
rubando l’attimo, lo spazio
alla comunione dei palazzi.
Giace
come un pugile nell’angolo,
con le braccia a terra
il vicolo deserto.
Le pietre consumate sull’arsura
del giorno che, come brace,
abbrustolisce la cornice.
E’ faticoso il vento
e questa sera
che si spegne, come una candela,
al soffio dei pensieri che la rallegra.
|